Questa quarta domenica di Quaresima - tradizionalmente chiamata domenica Laetare (dal latino “Rallegrati”, la prima parola dell’antifona di ingresso della Messa, che recita «Rallégrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione») – la Chiesa propone alla nostra riflessione uno dei brani di Vangelo più belli ed importanti: la pericope del “Padre misericordioso” o del “figliol prodigo”. Si tratta di una parabola dal finale aperto, cosa che la rende oltremodo interessante. Infatti, non sappiamo come il figlio maggiore reagisca di fronte all’invito del padre a festeggiare per il ritorno del fratello minore. Sarebbe molto utile provare a chiedersi come immaginiamo vada a finire la storia: accetterà il primogenito il pentimento dell’altro e gioirà con lui oppure si chiuderà nel suo risentimento, nella sua invidia?
Altre domande potrebbero giovare alla nostra meditazione: cosa avremmo fatto al posto del padre? Condividiamo il suo comportamento? Pensiamo che il pentimento del figlio minore sia autentico? Oppure crediamo che il figlio maggiore abbia fatto bene ad offendersi?
Molti ritengono questa parabola un insegnamento di Gesù rivolto ai genitori, agli educatori, ai sacerdoti. In poche parole, generalmente si legge il racconto dal punto di vista pedagogico. Ciò è vero, perché esso ci aiuta ad approfondire alcuni principi educativi. Tuttavia, penso che il suo significato più profondo vada trovato nell’intento del Signore di mostrarci l’ampiezza, la gratuità e la pazienza dell’amore misericordioso del nostro Padre celeste. Egli non si stanca di perdonarci e ci viene incontro quando “siamo ancora lontani” («Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro»). Anche san Paolo ci insegna che «mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito» (Romani 5, 6).
Dio ci ama di un amore infinito, paziente e totalmente gratuito. La Quaresima sia un’occasione favorevole per lasciarci amare da Lui così che ci trasformi interiormente.