Gesù è venuto a purificare il rapporto dell'uomo con Dio. Nel brano di Vangelo che ci è offerto in questa XXXII domenica del Tempo Ordinario (Marco 12,38-44) vediamo Gesù esprimere il suo fastidio e disappunto davanti all'esibizionismo compiaciuto di tanti uomini esperti di religione, come gli scribi, studiosi e insegnanti delle Scritture Sacre, che, invece di cercare di imitare il Signore amante dei poveri, si mostrano insensibili alle loro esigenze.
Tutto questo costituisce un richiamo anche per noi: se non stiamo attenti anche per noi la religiosità può diventare un alibi, può farci illudere di essere a posto con Dio, lasciandoci ciechi e sordi alla presenza e al grido dei poveri.
Immagine di fede autentica diventa allora agli occhi attenti di Gesù una povera vedova, la cui offerta per il tempio di Dio è materialmente poca cosa, ma è "tutto quanto aveva per vivere". Essa è immagine dello stesso Figlio, che ha donato tutta la sua vita al Padre per amore degli uomini. Questa donna viene così indicata da Gesù come immagine e modello del vero discepolo, libero rispetto ai beni, generoso nell’offrire le proprie pur misere forze e risorse a Dio per il bene della comunità.